Novaziano costituisce un anello importante nella riflessione teologica del cristianesimo antico. Tra le sue opere, il De Trinitate riveste una particolare importanza, non solo perché è la prima opera scritta in latino a Roma, ma anche perché è un'opera che tenta una sistematizzazione e una presentazione organica della fede cristiana come veniva pensata e presentata nel tempo, con tutte le problematiche annesse e le eresie che trapelano indirettamente dalle risposte e dalle puntualizzazioni che si trovano abbondantemente in questi scritti.
Purtroppo le vicende biografiche di Novaziano, soprattutto la sua rivalità con i vescovi Cornelio e Cipriano nonché la sua elevazione ad antipapa, hanno fatto sì che la sua opera rimanesse nell'ombra fino alla seconda metà del secolo scorso. 
L’edizione italiana dell’opera, uscita recentemente per Città Nuova editrice è curata da Ilaria Ricciardi ed è corredata da un’introduzione generale e dalle note della curatrice.




La Trinità può essere diviso in quattro parti. Nei primi 8 capitoli l'attenzione si concentra su Dio Padre. La seconda parte, costituita di ben 20 capitoli, prende in esame la figura del figlio. Il capitolo 29 è dedicato allo Spirito Santo. Infine, gli ultimi due capitoli trattano del rapporto tra Padre e Figlio e di argomenti come la generazione del Figlio. Lo spazio limitato dedicato allo Spirito Santo è dovuto al fatto che a metà del III secolo la riflessione sullo Spirito Santo era ancora molto limitata. Lo spazio, invece, che Novaziano dedica alla figura del Padre ha una importanza particolare perché costituisce un tentativo di opposizione agli gnostici e ai marcioniti, i quali ritenevano la creazione dell'universo opera di un demiurgo maligno inferiore al Dio buono, Padre di Gesù Cristo.
La riflessione sul Figlio verte su diversi pericoli a cui è esposta la retta fede cristiana. Novaziano afferma sin da subito la regula veritatis con cui la Chiesa confessa, contro i docetisti, l'incarnazione del Logos, senza negare con ciò la sua divinità. Novaziano combatte anche l'eresia modalista alla quale si annette l'eresia del patripassianismo.
Il suo breve discorso sullo Spirito Santo si concentra sulle promesse riguardanti lo Spirito nell'Antico Testamento. Questo Spirito viene donato alla Chiesa solo con Cristo.
Gli ultimi due capitoli tornano a concentrarsi di nuovo sulle eresie che riguardano il Padre e il Figlio nel loro rapporto reciproco. Novaziano spiega che la generazione è ciò che distingue il Figlio dal Padre. Se il Figlio fosse stato ingenerato, innato e senza alcun principio, sarebbe stato identico al Padre. Naturalmente, la dottrina di Novaziano non è esente dal subordinazionismo che richiederà l’intervento successivo del Concilio di Nicea per offrire alla riflessione ecclesiale e teologica il contorno dottrinale preciso della confessione della consustanzialità del Figlio al Padre.
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