«Ogni epoca – secondo Heidegger – ha una cosa da pensare. Una soltanto. La differenza sessuale, probabilmente, è quella del nostro tempo» (Luce Irigaray), questo è il motivo per cui il trattato di teologia morale speciale dedicato alla sessualità non è più un ambito confinato dentro i margini della teologia. A dire il vero, non lo è mai stato in modo totale ed esclusivo data la sua portata vitale e intima, ma ai nostri giorni la riflessione sulla sessualità e i temi ad essa collegati acquistano una complessità inaudita di sfide e di bisogno di risposte.
A questo tema di teologia morale speciale è dedicato il possente volume di Aristide Fumagalli, L’amore sessuale. Fondamenti e criteri teologico-morali.
Parlare di amore sessuale connette il sostantivo “amore” che riguarda la relazione tra persone umane all’aggettivo “sessuale” che indica la differenza tra uomo e donna.
Della differenza
Cosciente che la rimozione e la negazione delle differenze sessuali non è una soluzione, ma il cuore del problema, l’a. puntualizza che «la concentrazione sulla relazione differenziale tra uomo e donna intende corrispondere alla sfida posta dall’attuale cultura occidentale cosiddetta “post-moderna”, piuttosto incline a rimuovere la differenza che non a confrontarsi con essa».
Quanto alla suddivisione, il testo si presente positivamente didattico e suddiviso in quattro parti, di cui le prime sono dedicate a una rassegna storica dedicata ai fondamenti: antropologici, biblici e storico-teologici. La quarta parte, sistematica e propositiva, offre le coordinate fondamentali e i criteri principali per la valutazione morale dell’agire sessuale.
Il volto umano della sessualità
L’autore mostra una lodevole sensibilità nella parte iniziale antropologica che parte da un’analisi sapienziale della fenomenologia dell’incontro “incarnato” nel Cantico dei Cantici. Il secondo capitolo della prima parte presenta una riflessione sulla sessuologia scientifica che tiene conto della sfida di elaborare uno studio della sessualità che sappia collegare la differenza biologica con quella psicologica e con quella sociale e culturale. L’analisi evidenzia come la sessualità non è soltanto un dato biologico e nemmeno un fattore psicologico variabile, ma è un fenomeno tipicamente umano e in quanto tale complesso e in cui confluiscono diversi fattori tra cui primeggiano quelli appena accennati. Sotto questa luce, il corpo si presenta non semplicemente come «l’involucro differenziale in cui lo spirito prende posto rimanendo neutro, ma [come] la modalità simbolica dell’essere maschile e femminile dello spirito umano». Lo spirito umano non sussiste se non nella polarizzazione sessuale segnata nella carne.
Lo sviluppo storico che attraversa le parti successive evidenzia la maggiorata attenzione e specificazione della morale sessuale che passa dalla moderna casistica, alla contemporanea attenzione olistica e personalistica all’essere umano sessuato. In questo modo viene considerato l’uomo nella sua «totalità unificata» di spirito, anima e corpo. Una testimonianza di tale personalizzazione dello sguardo sulla sessualità è il magistero di Giovanni Paolo II che «non ha paragoni nella storia della chiesa» e che presenta uno sguardo alla sessualità non estraneo, ma integrato in una fenomenologia personalista dell’amore. Scrive papa Wojtyla: «l’amore abbraccia il corpo umano e il corpo è reso partecipe dell’amore spirituale».
L’ultima parte del libro sviluppa la visuale dell’a. che parte mostrando la convergenza tra éros ed agápe (e philía) nella sana esperienza umana dell’amore e sviluppa la sua visione sulle esigenze dell’amore sessuale a partire da quest’affermazione sintetica: Vivere per l’altro/a, con tutto se stessi, nel mondo ambiente, lungo la storia.
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