Le beatitudini sono un
autoritratto di Gesù. Sono mete irraggiungibili verso le quali ci porta su ali
d’aquila la grazia di Dio. Vivendoli ci conformiamo sempre più a immagine del
Maestro. Ogni volta che le medito, mi parlano in un modo diverso. Ogni volta –
o quasi – mi sento attratto e sfidato da una beatitudine diversa rispetto alle volte
precedenti. Questa volta – e non ricordo che mi sia capitato in passato – la beatitudine
che ha risuonato come più urgente è stata: «beati i miti». Non (solo) perché è
periodo di esami e devo essere clemente con gli studenti… ma in generale, per
situazioni quotidiane che possono essere risolte con una bella muraglia, mentre
il Signore mi sfida a costruire ponti. E tu, qual è la tua beatitudine per
questo periodo?
Mt 5,1-12
In quel tempo, vedendo le
folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi
discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei
cieli.
Beati quelli che sono nel
pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la
terra.
Beati quelli che hanno fame e
sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno
misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli
di Dio.
Beati i perseguitati per la
giustizia,
perché di essi è il regno dei
cieli.
Beati voi quando vi
insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro
di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra
ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di
voi».
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