«Dilige et quod vis fac» (ama e
fa’ ciò che vuoi). Sembra una licenza l’affermazione di Agostino, spesso citata
fuori contesto. E così l’amore invece di essere soluzione diventa dissoluzione.
Ma l’essere liberati dalle catene non significa essere scatenati. «È per la
libertà che siamo stati liberati», ci ricorda Paolo. L’amore trascende le
regole perché l’amore è la regola più paradossale: l’Amore può liberare solo
chi si sottomette al suo giogo. Tornando ad Agostino, subito prima della famosa
affermazione afferma: «I fatti degli uomini non si differenziano se non
partendo dalla radice della carità. Molte cose infatti possono avvenire che
hanno una apparenza buona ma non procedono dalla radice della carità: anche le
spine hanno i fiori; alcune cose sembrano aspre e dure; ma si fanno, per
instaurare una disciplina, sotto il comando della carità».
Mc 12,28-34
In quel tempo, si avvicinò a
Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i
comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è:
“Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore
tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente
e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te
stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai
detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri
all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con
tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli
olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva
risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio».
E nessuno aveva più il
coraggio di interrogarlo.
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