«Dare a Cesare ciò che è di
Cesare» significa non esimersi dalla storia e dall’economia, ma assumerla nell’ottica
integrativa della fede. Questo non significa, però, assumere acriticamente la legge del
mercato con la sua ferocità , ingiustizia e sottomissione acritica a delle leggi
economiche che danno i piccoli in pasto ai grandi. Dare a Cesare ciò che è di
Cesare è anche impegnarsi a riformare l’economia, è sapere che l’essere umano
non ha un costo, che la dignità di un lavoratore vale più di una banca e che uno
stato o un sistema, se difende le strutture schiacciando gli esseri umani, non
sta dando ciò che è Dio a Dio… ed è semplicemente omicida.
Mc 12,13-17
In quel tempo, mandarono da
Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso.
Vennero e gli dissero:
«Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non
guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità . È lecito o
no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?».
Ma egli, conoscendo la loro
ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro:
voglio vederlo». Ed essi glielo portarono.
Allora disse loro: «Questa
immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse
loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a
Dio».
E rimasero ammirati di lui.
Vuoi seguirci sul tuo smartphone? Puoi ricevere tutti gli articoli sul canale briciole