Sono passati vent’anni dalla morte di madre Teresa, ma la forza della figura di Madre Teresa e del suo messaggio sono tutt’altro che inattuali. In un mondo sempre più spaccato tra pochi ricchissimi e tanti poveri e molti poverissimi, il buon senso di questa donna e il Senso a cui rimanda sono più che mai necessari e salutari, anzi, salvifici.
Ci sono due tipi di fame per Madre Teresa, quella d’amore, quella di chi non sa amare, è la più fatale. Per questo il suo invito si rivolge a tutti: «Esci dall’egoismo, passa dalla parte dell’amore. Vieni, ti aspettiamo per farti felice… perché non accadrà mai che un egoista sia felice. Te l’assicuro!».
Madre Teresa è molto nota, ma non per questo ben conosciuta. Nel suo libro, Ho conosciuto una santa. Madre Teresa di Calcutta, il card. Angelo Comastri offre non una semplice biografia ma un bouquet prezioso di fioretti della Madre. Alcuni di questi fioretti sono noti, ma un bel numero di essi è una “esclusiva” dato che sono stati vissuti e qui narrati dallo stesso Comastri.
I fioretti iniziano dalla famiglia di madre Teresa, una famiglia dove i genitori furono i primi grandi catechisti della fede e maestri di vita. Tante idee della santa attingeranno a quella sorgente: «Qual è la cosa più indispensabile? È la famiglia, sì, è la famiglia! Non dimenticate che il dono più grande che un padre possa fare ai propri figli è amare la loro madre. E il dono più grande che una madre possa fare ai propri figli è amare il loro padre. L’esperienza me lo grida ogni giorno».
Agnes Gonxhe Bojaxhiu pronuncia il suo primo grande sì a 18, entrando nella congregazione delle suore di Loreto. Ma lì, dopo 18 anni, ovvero a 36 anni risponderà a una chiamata nella chiamata. Anche qui, le parole della mamma sono state influenti. Raccontando alla mamma la sua vita di insegnamento, la mamma non tacque e le disse: «Come?! Sei partita per servire i poveri e, invece, stai servendo i ricchi? Ti ricordi la povera Filje? Quanto soffriva! E soffriva soprattutto perché tutti l’avevano abbandonata! Figlia mia, non abbandonare i poveri anche tu».
Per questo madre Teresa sceglierà sempre i poveri. Ricevendo il premio Nobel, con il rosario in mano, dirà : «Se voltate le spalle ai poveri, le voltate a Cristo».
Il “sari”, poi, non sarà altro che l’emblema esteriore di una scelta interiore: «Quando ci vestiamo – scrive la Madre – dobbiamo renderci conto del significato di ognuno dei capi del nostro vestiario:
- Il sari con la striscia azzurra significa la modestia della Vergine;
- La cintura di corda significa la purezza;
- I sandali significano la nostra libera scelta;
- Il Crocifisso è un simbolo d’amore».
Il mondo dopo madre Teresa non è cambiato del tutto, ma qualcosa è cambiato e Madre Teresa ci lancia oggi una sfida come quella lanciata a un giornalista che un giorno a Roma le disse: «Madre, lei ha settant’anni! Quando lei morirà il mondo sarà come prima. Che cosa è cambiato dopo tanta fatica? Madre Teresa, si riposi! Non vale la pena di fare tanta fatica».
La Madre rispose: «Vede, io non ho mai pensato di poter cambiare il mondo! Ho cercato soltanto di essere una goccia di acqua pulita nella quale potesse riflettersi l’amore di Dio. Le pare poco?».
Poi disse al giornalista: «Cerchi di essere anche lei una goccia di acqua pulita e così saremo in due. È sposato?»
«Sì, madre».
«Lo dica anche a sua moglie e così saremo in tre. Hai dei figli?».
«Tre figli, madre».
«Lo dica anche ai suoi figli e così saremo in sei…».
Madre Teresa lo dice anche a noi… di essere una goccia d’acqua pura.
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