Il Tractatus in psalmos è di Girolamo. Dopo un tortuoso
cammino di ricerca e di verifica, ormai lo dicono gli studiosi quasi all’unanimità.
La scoperta di questi testi è relativamente recente e risale inizialmente al
1895 quando il benedettino Germain Morin scoprì e pubblicò un piccolo commento
sui salmi composto da Girolamo tra il 389 e il 392.
Dopo i dubbi sollevati del 1980 sulla paternità geronimiana
da parte di V. Peri, il quale li considerò di Origene con una traduzione latina
di Girolamo, la paternità del tractatus fu ricondotta a Girolamo in
maniera decisiva da P. Jay il quale portò, per confutare Peri, le seguenti
argomentazioni:
1- La rivalutazione della testimonianza di Agostino e
Cassiodoro.
2- L’importanza degli interventi personali di Girolamo.
3- Il differente comportamento di Girolamo rispetto alle
altre tarduzioni origeniane da lui curate.
4- lo stile familiare diverso da quello di Origene.
5- il ricorso a termini ebraici.
6- l’uso delle dossologie finali.
7- le citazioni bibliche che talvolta presuppongono la LXX e
talvolta le antiche traduzioni che Girolamo poteva a vere in mente.
Lo stile del testo rispecchia i caratteri tipici dell’esegesi
di Girolamo che A. Penna riassume in due tratti fondamentali:
«Il primo risalta dalla cura per fissare la lezione esatta,
riportando le varie versioni greche e discutendo di filologia ebraica, o per
presentare un breve quadro dell’interpretazione storico-letterale. In esso si
riconosce la tendenza antiochena insieme all’esegesi rabbinica. Altro elemento
indiscutibile della scuola antiochena si scorge nell’impiego, abbastanza
frequente, della “teoria”».
Quanto al contenuto del testo, prevale nella lettura dei
salmi fatta da Girolamo un’interpretazione in senso cristologico. Tale
approccio – come nota A. Capone nella sua Introduzione – non emerge in
maniera chiara solo quando, secondo l’interpretazione prosopologica cui si è
accennato, la persona loquens è identificata con Cristo, ma anche in tutti gli
aspetti esegetici che, come cerchi concentrici, prendono inizio proprio da
Cristo, collocato al centro dell’interpretazione e della riflessione teologica
a essa sottesa».
Un’attenzione particolare è dedicata all’Eucaristia nella
quale viene sottolineata la presenza reale di Cristo (cf. Tr59Ps 147,14). Anche
la teologia mariana è presente. Girolamo insiste sulla Chiesa come «luogo di
misericordia, benedizione e salvezza».
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