Un autore motivazionale americano parla di una specie di malattia che inibisce lo sviluppo e il progresso personale e la chiama con un nome simpatico: «excusites», che possiamo tradurre come «scusite». Questa malattia consiste nell'accampare scuse per tirare avanti ignorando la verità dei fatti e trascurando i veri cambiamenti che la vita richiede. La scusite è una malattia diffusa anche in ambito spirituale e consiste nel rimandare una risoluzione che la nostra coscienza ci fa continuamente presente, nel trascurare la voce del Signore che ci indica una via chiara da seguire... E quanto spreco di energia e di gioia in questo giro d'asino intorno al mulino. Il Signore faccia di noi figli della Sapienza che hanno gli occhi per riconoscere e il cuore intelligente per avere il coraggio del salto della sequela, senza scuse.
#pregolaParola
(Lc 7,31-35)
A chi dunque posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così: «Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!». È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: «È indemoniato». È venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e voi dite: «Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!». Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».
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