Ogni essere umano è chiamato e il cristiano, chiamato al/nel
battesimo acquisisce un volto ancora più unico e preciso, il volto di essere
chiamato in Cristo. Per cui è scorretto parlare di persone che hanno vocazione
e altre che non hanno vocazione. Dai qui l’importanza della distinzione che il
vescovo Paolo Martinelli sviluppa basandosi su una sottolineatura sottolineata già
da Hans Urs von Balthasar nel suo Gli stati di vita del cristiano. Il
volume affronta i temi sensibili della vocazione sottolineando la circolarità
tra questo concetto e quello delle forme di vita cristiana ovvero gli stati di
vita.
Il volume di Paolo Martinelli, Vocazione e forme dellavita cristiana. Riflessioni sistematiche, edito dai tipi delle EDB dialoga soprattutto
con la teologia di Balthasar superando alcune lacune del teologo svizzero
dovute anche ad alcune concezioni del tempo.
Martinelli mostra la centralità cristologica della
riflessione sugli stati di vita. Il senso della divisione e della vicendevole
inabitazione delle diverse forme di vita cristiana è rintracciabile
propriamente nell’evento cristologico stesso, perché è proprio lui che porta a
compimento il disegno prestabilito del Padre, che attua la nostra compredestinazione.
Cristo entrando nel mondo per riportare a unità i figli di
Dio dispersi, porta innanzitutto una divisione (Cf. Lc 12,49-53), svela la
menzogna e pone con chiarezza lo scopo della vita dell’uomo. Pone la divisione come via di unità. Entra in
gioco il concetto di elezione, scegliere Qualcuno.
È interessante anche la declinazione mariana della
riflessione di Martinelli in quanto in Maria ci è dato di contemplare il
mistero della Chiesa nel suo nucleo personale.
Maria, la Theotokos, ci ancora a Gesù Cristo come fatto
nella storia, mai riducibile ad una nostra speculazione. Maria ci costringe, per così dire, a
considerare la carne, la storicità dell’evento cristologico.
Nel tematizzare lo stato di Maria: 1. Tematizziamo lo stato
paradigmatico di ogni cristiano, in quanto stato della perfetta ricezione del
dono di Dio in Cristo all’uomo. 2. Con lo stato di Maria si rivela
definitivamente anche il posto e il volto specifico della donna, del femminile,
nell’economia degli stati di vita della Chiesa.
«Lo stato di Cristo esige non in aggiunta ma come essenziale
a sé la corrispondenza e la reciprocità di una donna».
Il volto petrino della Chiesa dipende dal volto mariano: «Lo
stesso principio ministeriale, petrino, obiettivo, nella Chiesa non potrebbe
esercitarsi se non vi fosse la posizione di Maria che non il suo sì ha permesso
l’irrompere definitivo del divino nella storia.
Maria è prima di Pietro».
La figlia di Sion può essere chiamata il «Tu destante» che
sveglia umanamente Gesù Bambino alla coscienza della sua missione.
La vita di Maria passa da un primo stato, dove dà la nascita
e accudisce Gesù, a un secondo stato che trova il suo inizio compiuto quando il
Figlio consuma la sua missione morendo sulla croce. Accudisce la nuova comunità
con la gratuità dell’accoglienza verginale.
Accentando la morte del Figlio, Maria scopre la fecondità definitiva di
ciò che in lei era stato generato dallo Spirito Santo.
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