Il nostro terzo estratto da Oltre la morte di Dio per la quaresima viene da un capitolo che riflette sulle sorprese di Dio, sulle sue irruzioni nella storia. Nel capitolo dedicato, rifletto su due stupende esperienze di conversione, quella di André Frossard e quella di Olivier Clément... in questo estratto vediamo l'esperienza del primo. Buon Cammino. 
Il testo in francese si trova qui
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André Frossard (1915-1999) era figlio del segretario del Partito comunista francese. La sua storia di conversione è narrata nel libro autobiografico Dio esiste. Io l’ho incontrato.
Quel ragazzo, programmata una serata allegra, incontrerà invece la vera gioia. Non era preparato a incontrare Lui, l’ha incontrato per caso: «L’ho incontrato fortuitamente – direi: per caso, se c’è del caso in questo genere d’avventura. […] Fu un momento di stupore, che dura ancora. Non mi sono mai abituato all’esistenza di Dio»[1].



Onde evitare letture riduttive che deducono la conversione, Frossard mostra nella sua autobiografia che la conversione non fu frutto di un’evoluzione intellettuale, ma un evento fortuito, sorprendente, inatteso e indecifrabile. In una parola: un incontro. E se Frossard si dilunga nel raccontare la sua infanzia, è proprio per mostrare che la fede non è stata una riscoperta, ma un incontro nuovo e rinnovatore. Se abbonda nei dettagli, è «perché si è fortemente inclinati a entrare nei dettagli, quando si ha la strana fortuna di assistere alla propria nascita»[2].
Frossard parla di una specie di «imboscata» di Dio perché nella sua vita familiare, «Dio non esisteva. La sua immagine, perfino le immagini che evocano la sua esistenza o quella di coloro che possiamo considerare la sua discendenza storica, i santi, i profeti, gli eroi della Bibbia, non figuravano da nessuna parte nella nostra casa. Nessuno parlava di lui»[3]. Lui e i suoi genitori erano degli «atei perfetti, di quelli che non si interrogavano più sul loro ateismo. […] Poiché l’ateo perfetto non era già più colui che nega l’esistenza di Dio, ma colui per il quale il problema dell’esistenza di Dio non si pone nemmeno»[4].
Tutto avviene in una passeggiata ordinaria di amicizia con un amico che, nelle vicinanze della Scuola normale superiore del Quartier Latin, gli propone o di seguirlo o di attenderlo qualche minuto. André decide di attendere. L’amico aveva senza dubbio qualche visita da fare. Lo accompagna con lo sguardo e vede che attraversa la strada, spinge la piccola porta di una cappella e si eclissa. «Bene, – apostrofa l’ateo convinto – andava a pregare, a confessarsi; a dedicarsi insomma all’una o l’altra di quelle attività che levano molto tempo ai cristiani. Un motivo in più per rimanere dove ero»[5].
Frossard ci tiene a specificare che non aveva né pene di amore né angosce metafisiche. Le ultime angosce di pensiero risalivano all’età di quindici anni. Quanto alle frequentazioni femminili, aveva un appuntamento promettente con una ragazza tedesca.

Oltre la morte di Dio
Oltre la morte di Dio
Robert Cheaib

«Ateo tranquillo» e stanco di attendere la fine delle «incomprensibili devozioni» che trattenevano l’amico, entra nella chiesa il cui interno non era, secondo la sua descrizione, più stimolante dell’anonimo esterno. Ma in quella ordinarietà, in quel roveto ardente povero, con quei fedeli inginocchiati in silenzio davanti alla presenza reale di Gesù nel pane eucaristico, lì incontra l’«Io sono».
Frossard descrive e abbonda nella descrizione di questo istante di eternità. A lui lasciamo le ultime parole per concludere i brevi accenni al suo incontro con il Roveto ardente in persona; incontro d’amore di cui dirà in chiusura della sua autobiografia: «Amore, per dirti, sarà troppo breve la stessa eternità»[6]:
Entrato alle diciassette in una cappella del Quartier Latin alla ricerca di un amico, sono uscito alle diciassette e quindici in compagnia di un’amicizia che non era della terra. […] Entrato lì scettico e ateo d’estrema sinistra, e più ancora che scettico e più ancora che ateo, indifferente e occupato di ben altre cose che di un Dio che non mi preoccupavo più neanche di negarlo […] sono uscito qualche minuto dopo “cattolico, apostolico, romano”, portato, sollevato, ripreso e trasportato dall’onda di una gioia inesauribile. […] Avevo vent’anni entrando. Uscendo, ero un bambino pronto al battesimo e che guardava intorno a sé, con occhi spalancati, questo cielo abitato[7].




[1] A. Frossard, Dieu existe. Je L’ai rencontré, Fayard, Paris 1969, 12.
[2] Ibid., 155-156.
[3] Ibid., 31.
[4] Ibid., 34.
[5] Ibid., 156.
[6] Ibid., 174.
[7] Ibid., 12-13.

Robert Cheaib
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Photo by Natalya Letunova on Unsplash