Pantofole
spaiate in cerca della combinazione giusta? In realtà ognuno di noi è dispari,
il dispari del paio. Scriveva Italo Calvino in Palomar:
“In
viaggio in un paese dell'Oriente, il signor Palomar ha comprato in un bazar un
paio di pantofole. Tornato a casa, prova a calzarle: s'accorge che una
pantofola è più larga dell'altra e gli cade dal piede. Ricorda il vecchio
venditore seduto sui calcagni in una nicchia del bazar davanti a un mucchio di
pantofole di tutte le dimensioni, alla rinfusa; lo vede mentre fruga nel
mucchio per trovare una pantofola adatta al suo piede e gliela fa provare, poi
si rimette a frugare e gli consegna la presunta compagna, che lui accetta senza
provarla.
«Forse adesso, - pensa il signor Palomar, - un altro uomo sta camminando per quel paese con due pantofole spaiate.»”
«Forse adesso, - pensa il signor Palomar, - un altro uomo sta camminando per quel paese con due pantofole spaiate.»”
Sembra
una situazione alquanto pratica e banale, alle volte molto comune non tanto per
la misura, quanto per il colore: è capitato a tutti, almeno una volta, di
indossare due scarpe di colore diverso e la sensazione che si prova davanti a
quella scoperta è di incredulità e inadeguatezza. Figurarsi camminare con due
pantofole spaiate. Il rischio maggiore, a parte la perenne scomodità, è quello
di inciampare e cadere. E soprattutto si tratta di pantofole, una calzatura che
per sua natura è domestica e deve essere confortevole.
Leggendo
questo brano ho subito pensato a quella che noi chiamiamo “ricerca dell’anima gemella”, che poi non è altro che la ricerca del
nostro dispari. È un tema onnipresente
in ogni occasione di confronto, sia con coppie già consolidate che, dopo un
tratto di vita insieme, ricercano consapevolmente l’essenza del loro essere paio, ma soprattutto con i più
giovani, con coloro che attraversano proprio ora la fase del frugare nel mucchio di pantofole di tutte le
dimensioni, alla rinfusa.
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Vorrei soffermarmi su questo termine “alla rinfusa”. È significativo e credo esprima al meglio la modalità con la quale spesso iniziano le conoscenze che, senza accorgercene, si trasformano man mano in altro e dalle quali, poi, diventa difficile tornare indietro e sottrarsi, come se ci si convincesse che anche se una scarpa ci sta un tantino stretta o un pochino larga, ce la faremo. Con più fatica, ma ce la faremo. Così come scrive Calvino questa è la presunta compagna (o compagno) e ciò accade più frequentemente quando la scelta e la conoscenza dell’altro hanno omesso o relegato ai margini il carattere distintivo della condivisione. Si condivide non perché si è uguali, ma perché da spaiati si desidera diventare un paio, non uno qualunque ma il Paio, la Coppia!
"…Filo
per filo. La trama in funzione dell'ordito, l'ordito ragione della trama. E
come uno senza l'altra non riesce a formare il tessuto, così l'altra dal primo
ha la forza e il sostegno. Così è il Matrimonio: così soltanto per poter
ottenere un valido risultato che sia premio a se stesso e frutto di bene. Filo
per filo, intrecciati in Dio uno con l’altra senza soluzione di continuo, mai,
fino all’eternità."
Così scrive la Beata Maria Corsini, da poco vedova
del Beato Luigi Beltrame Quattrocchi. Il carattere dell’eternità. È forse
questo che abbiamo perso per strada a favore di un’eterna provvisorietà? E che
dire dell’essere complementari piuttosto che uguali? Del non accontentarci ma
dell’essere realmente felici? Un bel paio di pantofole comode che si godono la
passeggiata?! In caso contrario uno dei possibili finali potrebbe essere
proprio quello scritto da Calvino:
“Continua a
ciabattare faticosamente per dar sollievo alla sua ombra”.
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