È difficile
presentare un saggio teologico entro i limiti della rubrica #1pagina1libro. Mi
limito in questa breve presentazione a presentare nelle grandi linee alcuni dei
temi presenti nel saggio di Alessandro Clemenzia, Sul luogo
dell'ecclesiologia. Questioni epistemologiche.
Nella sua
Prefazione, Piero Coda evidenzia già il nucleo centrale del saggio di Clemenzia con queste parole: «Il cuore pulsante dell’ardita – ma accuratamente
argomentata e persuasivamente radicata nel proprium della Rivelazione –
proposta di Clemenzia sta in definitiva in questo: scavare e mettere in rilievo
che l’evento-Chiesa scaturisce dalle viscere dell’evento di Gesù Cristo, ne
porta l’indelebile impronta e ne deriva la singolare missione».
Cos’è la Chiesa? O
– meglio – chi è la Chiesa? Una riflessione sull’identità della realtà
ecclesiale non può limitarsi a una lettura di natura sociologica, ma deve
investigare la portata teologica della realtà ecclesiale.
La Chiesa è investita
della forma Christi. Il luogo più intimo dell’ecclesiologia è la
cristologia che innesta la dimensione umana nella dimensione divina-trinitaria.
In quest’ottica, la Chiesa si comprende nella sua realtà più profonda soprattutto
nella chiave mistica. La dimensione misterica della Chiesa si riferisce
direttamente al Mysterion per eccellenza: Cristo. Cristo è centrale per
la comprensione della persona umana, egli è il rivelatore del Padre e della
creatura allo stesso tempo. «Solamente nel mistero di Cristo – ci ricorda la Gaudium
et spes – trova vera luce il mistero dell’uomo» (n. 22). L’a. parla di
«cristo-logica» della realtà ecclesiale.
La Chiesa è il
luogo dove questo mistero cristico rivelato diventa esperienza. L’a. spiega che
«la Chiesa è lo spazio dove doctrina e l’intelligentia della fede
diventano experientia: è il “dove” si realizza il desiderio agostiniano
di “intellectu videre quod credidi”, poiché è solo dall’esperienza che si può
parlare di visio».
La riflessione
sull’ecclesiogenesi porta a riconoscere le radici della Chiesa nella stessa
comunità e comunione trinitaria. L’ecclesia de Trinitate pone la Trinità
in relazione alla Chiesa, non più come causa efficiente ma come causa formale,
facendo sì che in ecclesiologia si possa recuperare il principio agapico che
in-forma le relazioni interpersonali di quella medesima unità che spira tra
Padre e Figlio. Si tratta, spiega l’a., di quella forma caritatis che
innerva la Chiesa e la fa vivere in quella costante tensione estatica,
manifestata definitivamente in Cristo».
Robert Cheaib
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