Non è rara
l’obiezione che si muove ai sacramenti della chiesa, che si tratterebbe degli «ultimi
residui di un pensiero magico». Dietro la concezione tradizionale dei
sacramenti e la relativa prassi non si nasconde, forse, «un’immagine di Dio
arcaica, materiale, quella di un Dio che legherebbe la propria attività
salvifica a riti ed elementi visibili, all’acqua, al pane vino, all’olio?».
Joseph Ratzinger formula il problema in termini concisi ma incisivi: «Che
legame mai riconoscere tra un paio di gocce d’acqua e il rapporto che l’uomo
intrattiene con Dio, il senso della sua vita, il suo itinerario
spirituale...?».
Dinanzi a queste
obiezioni, e parlando dei «santi segni», Romano Guardini ne evidenziava la
superficialità spiegando come il simbolo sia via umana di conoscenza. La nostra
quotidianità e la vita naturale è scandita dalla presenza dei simboli. Anche il
soprannaturale si esprime nel linguaggio dei segni e dei simboli. A ragine E.
Cassirer qualifica l’essere umanonon come animal rationale, ma come animal
symbolicum. Per questo, a ragione, Franz Courth - nel suo saggio I sacramenti. Un trattato per lo studio e per la prassi - afferma che «basterebbe
approfondire il pensiero simbolico così come si articola a livello naturale,
per accorgersi che la concezione cristiana di ‘sacramento’ non può essere
considerata a priori impossibile, assurda».
Il saggio di
Courth, pur essendo relativamente “datato”, non lo è per niente nei contenuti.
Esso, anzi, è un ricco e attuale approccio pedagogico alla teologia dei
sacramenti che presenta grossomodo una triplice approssimazione a ogni
sacramento: una panoramica storica, una presentazione teologica e una
considerazione delle problematiche contemporanee annesse.
Nella teologia
dei sacramenti, non si inizia con il battesimo, ma da un fondamento più radicale:
Cristo, «il sacramento primordiale» di cui la chiesa è «sacramento universale o
fondamentale». Cristo è il prototipo di tutti sacramenti e la Chiesa è «la
presenza permanente della Parola come sacramento primordiale della salvezza
definitiva, la presenza di Cristo nel mondo... Vista a partire da Cristo, la
Chiesa ha già in se stessa una struttura sacramentale... Alla luce di Cristo,
essa è l’annuncio permanente della sua presenza di grazia nel mondo; e alla
luce dei sacramenti, è come il sacramento originario».
I sacramenti sono
la disponibilità concreta dell’amore di Dio verso l’uomo. Ma accanto a questo
aspetto teocentrico, vediamo anche nei sacramenti «una richiesta divina di
amore umano». I sacramenti mostrano il carattere umano di Dio e fanno trasparire
sotto le specie umane l’amore divino. Sono ripresentazione reale dell’opera di
Cristo. Per L. Scheffczyk, «il senso e la motivazione intrinseca dei sacramenti
stanno nel fatto che Cristo e la sua opera di salvezza non possono rimanere
mero ricordo e memoria degli uomini, ma devono assumere il carattere di
autentica presenza».
I sacramenti, in
breve, sono l’amore di Dio che si fa gesto tangibile e lo spazio in cui la
risposta dell’uomo nella storia tocca l’eternità di Dio.
Robert Cheaib
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