In un suo sermone anglicano, John Henry Newman fece un'affermazione alquanto controversa, auspicando che in Inghilterra «ci fosse più superstizione». Presa fuori contesto, l'espressione risulterebbe tutt'altro che accettabile. Ma l'intento del predicatore, oltre che a destare l'attenzione del suo uditorio, era quello di dire che le persone che defineremmo superstizionesono più vicine a Dio e più aperte a lui, di tante persone che si reputano tanto intelligenti e tanto sicure di sé da non sentire il bisogno di aprirsi a Dio. Forse possiamo dire che la donna con perdite di sangue del vangelo di oggi era piuttosto una donna superstiziosa. Ma quella superstizione conteneva in sé un autentico affidamento umile che esprime qualcosa della profonda umiltà tipica della retta fede, e che contraddistingue le persone gradite a Dio.
#pregolaParola
(Mt 9,18-26)Mentre diceva loro queste cose, giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli. Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell'istante la donna fu salvata. Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione.
Robert Cheaib
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