«L'esegesi moderna, che s'avvale degli aiuti della critica storica e letteraria, getta un'ombra sui contributi esegetici dei Padri, i quali vengono ritenuti semplicistici e, in sostanza, inutili per una conoscenza approfondita della Sacra Scrittura. Tali orientamenti, mentre impoveriscono e snaturano la stessa esegesi, rompendone la naturale unità con la Tradizione, diminuiscono indubbiamente la stima e l'interesse per le opere patristiche. L'esegesi dei Padri, invece, potrebbe aprirci gli occhi ad altre dimensioni dell'esegesi spirituale e dell'ermeneutica che completerebbero quella storico‑critica, arricchendola di intuizioni profondamente teologiche». 
Cito un lungo estratto dall’Istruzione sullo studio dei Padri nella formazione sacerdotale (1989) per presentare il volume di Giorgio Zevini, Le tre lettere di Giovanni, in quanto penso che l’A. abbia a cuore proprio il recupero di questo tipo di ermeneutica, cruciale per non trasformare la parola scritturistica in un campo di ossa essiccate.
L’A. si propone di guardare alle tre lettere di Giovanni con uno sguardo arricchito dalla lettura teologico-spirituale dei Padri. Essendo i testi di queste lettere tra i più ricchi di spiritualità del Nuovo Testamento, l’A. punta ad affrontare il problema della loro intelligenza spirituale e per fare ciò si rivolge all’istanza ermeneutica dei Padri quali maestri ineguagliabili.


Naturalmente, l’A. concorda che «non è il caso di ritornare a ripetere semplicemente la loro esegesi, perché non avevano ancora tanti validi strumenti, che oggi la scienza biblica moderna ha messo nelle nostre mani».
Leggere la Scrittura con i Padri significa «ritrovare l’aspetto centrale della loro ricerca: porre al centro di ogni interesse la parola di Dio e così leggere e prolungare la storia sacra in corde Ecclesiae e pro Ecclesia».
Alla luce della triplice attenzione all’esegesi moderna, la lettura patristica e l’attualizzazione concreta, il testo di Zevini offre una lettura non solo per gli specialisti e gli esegeti, ma anche per chi vorrebbe nutrirsi con queste tre lettere che fanno parte delle cosiddette «lettere cattoliche» perché rivolte a tutto il mondo e a tutti, quindi anche a noi.




Robert Cheaib
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