Il cristianesimo
in Europa, il cristianesimo che ha creato o, almeno, ha contribuito alla
creazione della cultura europea, si trova oggi come minoranza. È in questa
situazione – nota Christoph Theobald –che «le Chiese dell’Europa occidentale
offrono l’immagine di un gruppo non solo affaticato e diviso, ma soprattutto
fuori dalla cultura del suo tempo: esculturato».
Guardando alla
situazione della Chiesa in Francia, il teologo gesuita presenta - nel suo libro Urgenze pastorali. Per una pedagogia della riforma - una corposa analisi
della situazione attuale del cristianesimo in quella che è stata un tempo la
figlia primogenita della Chiesa. Ma la sua analisi contestuale ha vari
interrogativi che si allargano anche alla situazione italiana.
Dinanzi all’istintiva
risposta fobica di ripiegamento, Theobald propone nel suo libro di non
arroccarsi sui contrassegni cattolici d’identità, invitandoli a non negarli ma
a «relativizzarli», ovvero a «rendere leggibile e credibile il cuore della fede
in una prospettiva missionaria di “uscita” verso l’altro e pensare la forma
ecclesiale che diamo alla nostra fede in funzione di questa “apertura” a
tutti».
Theobald collega
l’impegno della missione all’impegno della trasformazione perché l’irradiazione
missionaria passa per una trasformazione sostanziale dei cristiani.
L’a. è anche
attento a segnalare la vera urgenza: essa non è l’emergenza delle vocazioni, né
il drammatico declino del numero dei cattolici in Europa. La vera emergenza e
urgenza «è quella che scatursce dal vangelo stesso il cui annuncio, come nelle
prime ore del ministero di Gesù in Galilea (Mc 1,14ss), non presenta alcuna
esitazione e s’inscrive nel “momento presente” (kairos) di un mondo in
trasformazione particolarmente “propizio” all’ascolto della voce di Dio».
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Robert Cheaib
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