PER UNA DICIBILITA’
DEL CUORE PULSANTE DEL CRISTIANESIMO
Alcune tematiche,
alcuni concetti, alcuni articoli di fede del credere e del pensare cristiano
non hanno goduto e non godono di una radicata conoscenza da parte del credente
“della porta accanto”, per scarso interesse o perché davanti alle prime
difficoltà epistemologiche e strutturali si getta la spugna, abbandonando il
campo di una necessaria e irrobustente analisi utile per comprenderne l’identità.
Paradossalmente è accaduto anche per ciò che J. Ratzinger, quarant’anni fa, si
augurava poter essere “punto trigonometrico della teologia e del pensiero
cristiano in genere, divenendo il centro irradiatore da cui si diramano tutte
le altre linee[1]”,
ovvero il mistero della Trinità. Ma è
bene rilevare un positivo cambiamento, degli ultimi anni, nell’ambito della
teologia “accademica”, che ha compreso questo segnale e se n’è fatta carica,
con un impegno importante che si traduce in lavori molto significativi come il
recente lavoro di Jean Paul Lieggi, Teologia Trinitaria (EDB-Bologna 2019), docente di Teologia
Trinitaria, Cristologia e Teologia Patristica presso la Facoltà Teologica
Pugliese che dona una lettura ermeneutica del mistero trinitario con diversi
aspetti originali. Si può serenamente affermare che sebbene il lavoro nasca
dall’esperienza dell’insegnamento e nasce per l’insegnamento è un lavoro che fa
la differenza, soprattutto considerando il livello della chiarezza e della
struttura delle opere sulla Trinità pubblicate dall’immediato post Vaticano II
ad oggi.
L’impostazione data alla struttura non è quella classica dei trattati e
manuali teologici post-conciliari presentata nel n. 16 di Optatam Totius, ma con un organico e vivace impianto ai diversi capitoli (illustrata dall’autore nel Preludio) tenta «una visione sintetica
della ricchezza della teologia trinitaria» (p. 14), intenzione rispettata e
conclusa fino in fondo. Il testo, agevole e coinciso, non è e non intende
essere un bignami della Dottrina sulla Trinità, come il formato della collana Fondamenta in cui è pubblicato potrebbe
far pensare, bensì il racconto di un’esperienza viva di teologia “in ginocchio”
vissuta profondamente e, al tempo stesso, una valida e precisa mappa per
addentrarsi nella vastità della quaestio teologica più ardua che teologi, donne
e uomini di fede possano mai affrontare.
I primi passi, dopo
il Preludio, sono costituiti dalla prima parte del testo composta da tre avvii
prospettici riguardanti una lettura ermeneutica della Trinità dossologica,
della Trinità economica ed immanente e della Trinità radicale tra cui è
incastonato uno stimolante focus teologico riguardante la terza persona della
Trinità: lo Spirito Santo. Ogni passaggio nelle varie angolature vede l’autore
muovere i suoi passi “accompagnato” da alcune voci della teologia trinitaria
che hanno riflettuto organicamente sui temi affrontati tra cui va certamente
ricordato Gregorio di Nazianzo, Padre della Chiesa carissimo a Don Lieggi.
Questo padre della Chiesa è stato infatti anche soggetto del suo lavoro dottorale
sulle motivazioni teologiche della sua poesia, con un’attenzione all’idea di
ineffabilità di Dio, di cui parla in alcuni stimolanti accenni nel saggio che
qui si presenta, confrontandone la lettura critica con quella di pensatori
contemporanei come Vladimir Losskij. Al centro del lavoro vi è poi un
interludio, una felice narrazione cristologica che serve da legame tra le due
macrosezioni del volume; la persona di Gesù di Nazaret, riconosciuto nella fede
della Chiesa come il Cristo, è il soggetto di questa «narrazione della storia
del Dio trinitario e del suo coinvolgimento nella storia del mondo» (p. 16).
Dopo la breve ma intensa parte centrale vi è poi la seconda parte, dove sono
collocati i modelli interpretativi che nella storia della teologia della
Trinità hanno visto, da diverse prospettive, intervenire circa l’Unità e la
Trinità di Dio alcuni autorevoli teologi come, solo per citarne alcuni
riportati, i padri Cappadoci, Origene, Agostino, Tommaso d’Aquino, Riccardo di
San Vittore, Gioacchino da Fiore e i più recenti Gisbert Greshake e Jürgen
Moltmann. Ma l’autore, con finezza espressiva, fornisce anche il suo originale
contributo sistematico incentrato sul concetto-chiave di sintassi, presentando così quella che è, ad avviso di chi scrive,
la perla di questo prezioso lavoro, partendo da un’acuta osservazione di
Basilio di Cesarea riportata nella sua opera De Spiritu Sancto riguardante la taxis trinitaria, efficace per poter cogliere la distinzione
personale in Dio. Il paradigma della sintassi, spiega l’autore, «svela il
mistero dell’asimmetria che caratterizza la reciprocità delle relazioni divine»
(p. 287), permette cioè all’uomo di «cogliere il cuore del mistero di Dio» (p.
289) nonostante i limiti umani nel tentare simile impresa. Chiudono il lavoro
altre tre brevi parti dove è presentato dapprima un abbozzo di Paterologia, ovvero una sintetica
teologia del Padre, e successivamente una piacevole ouverture, lemma prestato
dall’universo musicale, che pur indicando terminologicamente un inizio, un prologo,
un’apertura è posto appositamente dall’autore come chiusura del saggio. Qui si
propone una riflessione sul dono che il teologo, la funzione del suo lavoro e
del suo messaggio vive; è un augurio benedicente a chiunque si avvicinerà al
mistero trinitario grazie a questo contributo teologico. Chiude il tutto una
brevissima ma puntuale storia del dogma trinitario, che serve da “trampolino di
lancio” per chi desideri continuare ad approfondirne la riflessione. Il lavoro,
nella sua unitarietà, è davvero fecondo e generativo nel suo intento,
introdurre in modo maturo a indagare a fondo il più alto mistero della fede
cristiana, quello del Dio Uno e Trino. È precisamente il centro della fede e
della storia, immagine di ciò che ogni uomo è chiamato a vivere a modello
dell’amore pericoretico che dall’eternità vivono reciprocamente il Padre, il
Figlio e lo Spirito Santo.
Pur presentandosi
come un testo manualistico introduttivo alla materia, il lavoro è capace di
creare interesse anche riguardo le questioni del mistero trinitario più
complesse, dialogando con i maestri del pensiero teologico contemporaneo e
rendendo il lettore partecipe del pathos
che caratterizza le sue pagine. L’impressione è che quest’opera stimoli
seriamente a un pensiero adulto sul mistero profondo della TriUnità divina,
mistero su cui non si potrà mai pretendere né pensare di poter dire alcuna
parola definitiva.
BIO Autore:
Giovanni Francesco Piccinno (1989), Docente di Religione Cattolica della Diocesi di Albano,
fidanzato in cammino verso il sacramento del Matrimonio con Antonella.
Conseguita la Laurea Triennale in Filosofia presso l’Università del Salento nel
2012, prosegue gli studi di specializzazione presso l’Università di Firenze.
Nel 2019 consegue la Laurea Magistrale in Scienze Religiose presso l’ISSRM di
Lecce con una tesi dal titolo “Il Messia sconfitto e vivente. Una lettura
esegetico-teologica di Mt 26-27”. Appassionato lettore e osservatore della
realtà, si interessa del rapporto tra fede e ragione e delle sue implicazioni per
la vita dei credenti.
Robert Cheaib
Vuoi seguirci sul tuo smartphone? Puoi ricevere tutti gli articoli sul canale briciole
clicca sull'immagine per maggiori info |