«Non temere», dice l'angelo a Maria. La stessa parola ripete a Giuseppe. Sarà perché la paura distorca la realtà? Sarà perché i nostri timori ci annebbino la vista e non ci permettano di vedere il quadro intero? Nell'evento della nascita di Gesù, sia nel caso di Giuseppe, sia in quello di Maria, la distorsione sarebbe stata quella di vedere la questione meramente nell'ottica umana. E come sarebbe stata? Una mera assurdità! Una vergine che concepisce? Un uomo che è Dio? Un falegname custode del Custode d'Israele? È assurdo! E così sarebbe ogni opera di Dio in noi se fosse solo impresa umana. Giuseppe e Maria ci insegnano che quando si ha a che fare con i progetti di Dio, bisogna entrare nell'ottica di Dio. La chiave d'ingresso è la fiducia totale e il primo giro di chiave è «non temere».
#pregolaParola (Mt 1,18-24)
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa;
via il canale Telegram
Briciole di teologia
iscriviti per non perdere gli aggiornamenti