«Il Signore si confida con chi lo teme: gli fa conoscere la sua alleanza», così ci insegna il Salmo 25 ed è ciò che vediamo nei versetti del vangelo di Luca che contempliamo oggi. Zaccaria ha tenuto la visione dell'angelo nel santuario per sé? O l'ha rivelata per iscritto alla moglie? Non ci è dato saperlo e, in fondo, poco importa. Quello che sappiamo è che Elisabetta aveva conosciuto e riconosciuto il progetto e l'alleanza del Signore che passava per il suo grembo miracolato. Aveva toccato visceralmente la tenerezza di Dio. E con ciò non poteva che annunciare la misericordia e la Provvidenza del Signore. «Giovanni è il suo nome». Il suo figlio è attestazione che Dio è Padre buono, che toglie il velo di vergogna e riveste con la veste di gloria.
#pregolaParola
(Lc 1,57-66)(Lc 1,57-66)
Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All'istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
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