Il nostro terzo giorno di Novena, ci porta a riflettere sull'amore concreto. Newman ci insegna che non si può amare tutti se prima non si ama qualcuno, se non si ama chi ci è veramente prossimo. La proposta di riflessione di oggi viene dal capitolo sulla via dell'amicizia del libro Scorciatoie verso Dio. Il genio spirituale di John Henry Newman.
Per pensare
Newman va a criticare coloro che suppongono che l’amore cristiano debba
essere talmente diffusivo da non contemplare la concentrazione su individui, ma
che si debbano amare ugualmente tutte le persone. Questi considerano pure che
l’amore verso molti è superiore all’amore verso persone particolari. Facendo
così «trascurano le carità della vita privata, occupandosi con schemi di
benevolenza espansiva». Guardando all’esempio del Signore, Newman
dichiara di opporsi a questa nozione di amore. L’esempio del Signore ci insegna che
«la preparazione migliore per amare il mondo intero, ed amarlo in modo dovuto e
savio, è quello di coltivare l’amicizia intima e l’affezione verso quelli che
sono immediatamente intorno a noi».
Siamo fatti in modo che quello che viviamo verso i nostri amici terreni
diventa alla lunga ciò che viviamo verso Dio. «Onorare i nostri genitori è il
primo passo verso l’onorare Dio. Amare i nostri fratelli nella carne è il primo
passo verso il considerare tutti gli esseri umani come fratelli».
Newman insegna che lavorando sull’habitus di amare i parenti e gli
amici prossimi ci abilita ad amare tutti. L’amore è un’abitudine (habit) e non
può essere acquisito senza pratica effettiva (actual practice). È vago
amare tutti, perché poi si rischia di amare in modo astratto. Amando nel
concreto i nostri amici e i nostri prossimi, invece, viviamo l’amore in modo
universale perché ciò che si intende con amare tutti è «di sentirsi bendisposti
verso tutti, essere pronti a soccorrerli, agire verso quelli che incrociamo nel
nostro percorso come se li amassimo».
Per interrogarsi
Amare tutti è facile... perché "tutti" è un concetto astratto. La vera verifica dell'amore è "qualcuno". E questo qualcuno per me è un prossimo, è una persona con cui vivo, con cui lavoro, con cui studio. Faccio mente locale su questo persone e penso al mio amore cristiano verso di loro.
Per pregare
Dio, che con l'umanità del tuo Figlio, hai distrutto la morte e ci hai aperto le porte della vita eterna, ti supplichiamo, donaci la grazia di camminare sulle orme di coloro che sono stati redenti dai loro peccati. Per lo stesso Gesù Cristo nostro Signore. Amen.
Robert Cheaib
Vuoi seguirci sul tuo smartphone? Puoi ricevere tutti gli articoli sul canale briciole
clicca sull'immagine per maggiori info |