Propongo agli amici di questa pagina una novena del Natale in compagnia di san John Henry Newman.
Ogni giorno, verso “l’ora santa”, condividerò con voi un piccolo estratto dal libro Scorciatoie verso Dio. Il genio spirituale di JohnHenry Newman per meditare e per mettersi in discussione, con l’intento di preparare la mangiatoia del cuore ad accogliere Gesù.
La novena è fatta di tre parti: una riflessione, una domanda, una preghiera.
Buona novena

Per riflettere


Michael Paul Gallagher amava citare un verso del Hamlet di William Shakespeare per sintetizzare l’importanza che rivestiva per Newman la preparazione del cuore nell’atto di fede. L’espressione era: la prontezza è tutto (the readiness is all).
Newman è convinto che non è possibile credere in Dio e comprendere le cose di Dio senza «preparazione del cuore». Bisogna avere una certa «prontezza». Per riconoscere Dio e vivere la fede, l’uomo necessita primariamente di una disposizione di «readiness», di «earnestness». Questa seconda parola, usata centinaia di volte negli scritti di Newman, è sovraccarica di accezioni.
Cosa bisogna fare? Newman va subito al concreto. Bisogna rifiutare il peccato, soprattutto il «peccato nascosto», ovvero, il peccato che diventa abitudine e una specie di seconda natura.
In un sermone intitolato «Secret faults» (I peccati nascosti), Newman mette in luce l’importanza di considerare ciò che chiama «la forza dell’abitudine» (The force of habit). In questo contesto presenta una penetrante descrizione di come agisce il peccato abituale.
La coscienza ci avverte inizialmente contro il peccato, ma se la ignoriamo, essa cessa presto di rimproverarci. E così, il peccato, prima patente e riconosciuto, con il tempo diventa un peccato segreto e latente. Più siamo peccatori, meno ce ne rendiamo conto. Gradualmente, gli effetti del peccato passano dal piano morale al piano della fede. I peccati nascosti divenuti abitudine «fanno scivolare dalla nostra mente l’idea stessa di obbedienza a una stabile legge eterna».

Per interrogarsi

Secondo Newman, non possiamo essere cristiani veramente se non esercitiamo quotidianamente l’esame di coscienza. Mi chiedo: cosa c’è nella mia vita che stona con i miei desideri profondi? Che stona con la mia coscienza? Con le ispirazioni del Signore?

Per pregare


Mio Dio, riconosco che Tu puoi illuminare le mie tenebre. Confesso che soltanto Tu lo puoi. Desidero che si faccia luce nelle mie tenebre. Non so se Tu lo vorrai, ma il fatto che Tu lo puoi ed io lo desidero, è sufficiente per giustificare la mia preghiera. Sin d’ora prometto che con l’aiuto della Tua grazia, che imploro, abbraccerò tutto ciò che, alla fine, sarò certo essere la verità. E con la Tua grazia mi custodirò da ogni autoinganno che mi conduce a scegliere ciò che la natura farebbe, e non ciò che la ragione approva. 

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Robert Cheaib
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