Perché? Percorrere un cammino con un
amico è confortante e incoraggiante, se poi è così speciale, è un vero e
proprio onore. Noi la chiameremo semplicemente Elisabetta durante questo mese
insieme, spero ce lo conceda e ci perdoni, anche se sappiamo che gode già della
gloria eterna e che abbiamo un’amica santa. Perché proprio Elisabetta? La
nostra amica ci ha lasciato tante lettere indirizzate ai suoi parenti e ai suoi
amici, le sue riflessioni, le sue orazioni
e le sue poesie. Ci ha lasciato una eredità molto preziosa, come se
nella cassetta della posta improvvisamente trovassimo delle lettere e, curiosi
e impazienti, cominciassimo a leggerle, e dentro quelle righe trovassimo tanti
piccoli indizi per scoprire un tesoro di un valore inestimabile. Sì, proprio
così, perché Elisabetta ha sperimentato nella sua piccola vita, la gioia
infinita di trovare il Cielo qui sulla terra. E non l’ha trovato tra agi e
lussi, in un luogo sperduto dell’universo, in un hotel con vista mozzafiato o
praticando sport estremi. No, il fatto straordinario è che ha scoperto questo
tesoro proprio in se stessa! E invita ognuno di noi a fare lo stesso, perché la
felicità che si prova è, per così dire, un assaggio di…Paradiso!
Ed Elisabetta ci da anche un
suggerimento prezioso, ci dice di guardare Maria, la nostra Mamma: “Vi
è una creatura che conobbe questo dono di Dio, una creatura che non perdette
neppure una goccia, una creatura che fu tanto pura e luminosa da sembrare la
luce stessa.”
DOMANDE PER RIFLETTERE da soli o in
coppia
Ognuno di noi, nel suo silenzio e
nella sua intimità, si è trovato, almeno
una volta, solo con se stesso o, probabilmente, solo davanti a Qualcosa di
molto più grande. Oggi, attraverso questo esercizio molto semplice, proveremo a
dar voce, una forma o un colore a quella “visione” interiore. Vi sono queste
immagini che possono essere d’aiuto per cercare di descrivere. Se si è in
coppia, sarebbe molto bello condividere le sensazioni e le emozioni, facendo
partecipi l’altro di qualcosa di molto intimo.
PER LE FAMIGLIE: E tu, come ti
immagini il Cielo?
Con i bambini non c’è proprio pericolo
di annoiarsi davanti alle loro descrizioni. L’invito è quello di far loro
chiudere gli occhi e iniziare il gioco del “Se sprofondassi dentro di me, cosa
vedo?”. Ci saranno racconti incredibili, fantastici e colorati, ma è importante
che riescano ad esprimere a parole quello che i loro occhi interiori vedono.
Anche in questo caso, i genitori devono partecipare al gioco e tutti i
componenti devono ascoltare in silenzio il racconto dell’altro.
PREGHIERA
Questo momento termina con la
preghiera quotidiana .
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Maria Marzolla
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