Il matrimonio
nella Bibbia
Il primo capitolo
del volume riflette sul matrimonio nella Bibbia. I testi biblici si distinguono
tra testi che presentano il dato empirico del matrimonio e testi che usano la
simbologia e la metafora nuziale. L’a. considera i testi sul matrimonio primariamente
dal punto di vista antropologico. Uno sguardo trasversale sulla Bibbia
manifesta la positività della concezione nuziale nella Bibbia. E «nonostante il
peccato allontani il matrimonio dall’immagine ideale della coppia edenica,
nella letteratura profetica e sapienziale esso diventa immagine dell’alleanza
di Dio col suo popolo e la sessualità è vista come inserita nel progetto della
creazione, senza tuttavia sacralizzarla. Essa ha un carattere ‘secolare’ e non
rientra nella sfera del sacro» (p. 24).
Il matrimonio
per Gesù
L’a. evidenzia
anche come l’insegnamento di Gesù sul matrimonio non è separabile dall’insieme
della sua predicazione sul Regno e dalle esigenze della sequela. Il matrimonio
si inserisce nell’ethos del discepolato. Nell’insegnamento di Gesù vi è un
rinvio al «in principio» che diventa la chiave ermeneutica per capire il senso
del matrimonio nel progetto di Dio.
La parabola
storica del matrimonio tra patto e sacramento
Il secondo
capitolo presenta una rassegna storica sul matrimonio dei cristiani tra
istituzione e sacramento. L’a. riassume la storia in alcuni passaggio: dal
‘mistero’ al ‘sacramento’, dal ‘patto’ al contratto, dal contratto al ‘patto’
(con il Concilio Vaticano II) (cf. p. 67ss.). Egli ripercorre le prime
testimonianze di una messa nuziale nel IV secolo. Per i Padri, il matrimonio
era un sacramentum/mysterion, non nel senso tecnico che questo termine assumerà
con gli scolastici, ma nel senso che l’atto del matrimonio costituisce «una
partecipazione all’unione del Cristo con la sua Chiesa» (p. 75). La visione
giuridica predomina a partire dalla scolastica e fino al XX secolo quando il
Concilio Vaticano II segna il passaggio da una posizione legalista a una
prospettiva più personalista.
Eros e
sacramento
Il terzo
capitolo, intitolato «Eros e sacramento dell’amore» costituisce una riflessione
di natura antropologica sulla dimensione personalista del sacramento del
matrimonio. I teologi post-conciliari, chiariscono che nell’amore personale sta
«il nucleo più profondo del matrimonio inteso in senso cristiano» (Karl
Rahner). La riflessione dell’a. cerca di integrare i diversi elementi costitutivi
del vissuto nuziale. Così, ad esempio, egli evidenzia l’importanza della
dimensione corporale nel vissuto nuziale: «Secondo la genuina tradizione
cristiana è contrario alla natura della persona umana sia il rifiuto del sesso,
con la motivazione di difendersi da una presunta contaminazione di esso, sia il
suo opposto contrario, vale a dire rimettersi al godimento in maniera
istintiva, quasi come ad una droga» (p. 120). Vi è nel matrimonio cristiano «una
tensione tra il prevalere della sárx e del pnêuma. È il paradosso del matrimonio
dei cristiani: in esso la potenza di Dio si rivela nella debolezza della
coppia. La sessualità non è a priori un rapporto d’amore; può essere egoismo
e violenza. Perciò la sacramentalità del matrimonio si manifesta se esso è
vissuto nella fede, nella speranza e nella carità. È l’agire ispirato dalla
fede, dalla speranza e dalla carità che trasforma il matrimonio dei cristiani
in evento di salvezza» (pp. 130-131).
La Trinità:
paradigma dell’amore di coppia
La fedeltà e
indissolubilità dell’amore hanno il loro paradigma e fine nel Dio trinitario:
«Nella teologia cristiana questo amore universale che passa per una persona ha
il suo prototipo in Dio stesso. È proprietà di Dio amare in una sola persona
tutto e tutti: egli come Padre, mentre genera e ama un solo Figlio,
nel Figlio ama e dà vita a tutto il creato» (p. 124). Allo stesso tempo, ogni
sacramento «è un evento ecclesiale e perciò si radica nella sacramentalità della
chiesa […] e di Cristo, sacramento originario o fontale dell’incontro di Dio
con l’uomo» (p. 128). In questo senso, è chiaro che il fondamento della
sacramentalità del matrimonio si trovi nel battesimo. Attraverso il battesimo,
i cristiani «innestano la loro vita nella vita della chiesa e quindi anche il
loro matrimonio» (p. 129).
Questioni
aperte
L’autore affronta
nell’ultimo capitolo delle questioni aperte (e spinose) con una duplice
attenzione, al magistero della chiesa, ma anche al realismo del vissuto delle
persone, offrendo così delle risposte che invitano ognuno a interrogarsi, a
mettersi in questione e a fare il proprio discernimento.
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