La questione di Dio oggi sembra, non solo porsi diversamente dalle generazioni precedenti, ma anche avere già perduto come domanda la sua urgenza ed evidenza ed essere in parte del tutto scomparsa. L'indifferenza verso la questione è tale, soprattutto nel vecchio continente, che l'ateismo militante stesso sembra fuori moda. «Ormai lo stesso ateismo di protesta ha alle spalle i suoi tempi migliori punto per chi la domanda su Dio Non è una domanda, per lui essa lo merita neppure di essere contestata», scrive Julia Knop introducendo il volume collettivo La questione di Dio fra cambiamento e rottura (p. 6). In questo contesto Eberhard Tiefensee parla di homo areligiosus, un essere umano per il quale la domanda di Dio, con tutto ciò che essa comporta, semplicemente non si pone. Per l'homo areligiosus, la domanda su Dio ha perso la sua significatività.

Il volume, che raccoglie in totale 21 contributi, affronta questa problematica in quattro sezioni. La prima affronta la questione in ordine cronologico, guardando ai momenti epocali dove si è configurata la riflessione umana sulla questione Dio. La riflessione parte dal momento biblico fino a giungere all'epoca della riforma. 


La seconda parte riflette sull'attuale situazione religiosa, dove la secolarizzazione è dominante, ed Esplora le opzioni della teologia attuale per rispondervi.

La terza parte, invece, ha un carattere più pastorale e si interroga infatti sulla configurazione della prassi pastorale nella condizione secolarizzata.

La quarta parte riflette sull'intreccio tra l'opera di Dio e l'opera dell'uomo e quindi mette in focus diverse approcci della teologia della grazia. I contributi riflettono sulle attuali esperienze religiose e non e sui luoghi della grazia e della sua privazione, attirando l'attenzione sulla loro dimensione esistentiva. JürgenWerbick (autore già noto ai frequentatori della collana BTC per quattro opere importanti: Essere responsabili della fede; Un Dio coinvolgente, La Chiesa, Dio-uomo nonché altre opere nella collana Giornale di teologia), da teologo fondamentale, invita a un coraggioso abbandono della posizione difensiva apologetica, abbandonando quello che ritieni il vano tentativo di trovare una significatività per Dio, lasciando che Dio sia importante per se stesso, lasciando che Dio sia Dio.

I diciannove contributi del volume, che diventano in realtà 21 se si sommano all'introduzione e al saggio introduttivo di Kurt Koch, sono frutto di una giornata di studio accademica interdisciplinare a Erfut, sotto il segno della riflessione sincera e comune della filosofia della religione, della teologia sistematica e pratica, svoltasi nel novembre del 2017, e durante la quale teologi, filosofi e sociologi della religione hanno riflettuto sul ruolo della teologia dopo la perdita della rilevanza del suo oggetto. Questa confluenza di contributi – anzi, già l'attenzione alla domanda – rende questo lavoro degno di essere consultato e ascoltato proprio nel suo ascolto di problematiche che a volte sono semplicemente dimenticate durante la riflessione teologica in aula.



Robert Cheaib
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