Paolo è
categorico sulla dimensione pneumatologica della confessione cristologica: «Nessuno
che parli sotto l’azione dello Spirito di Dio può dire: “Gesù è anàtema!”; e
nessuno può dire: “Gesù è Signore!”, se non sotto l’azione dello Spirito santo»
(1 Cor 12,3). Per questo motivo, l’oblio dello Spirito ha delle ripercussioni
inevitabili sulla fede cristologica e sulla dottrina di Dio in genere. È questa
la prima tesi che apre la riflessione di Michael Böhnke nel saggio Nel nome
dello Spirito. Un profilo della Trinità in chiave di pneumatologia
pratica presentato in una traduzione italiana dal tedesco a cura dei tipi
della Queriniana per la collana Biblioteca di teologia contemporanea (223).
L’idea principale
di questo volume impegnativo e meticoloso è di proporre un rinnovamento del discorso teologico sulla Trinità
attraverso una prospettiva pneumatologica pratica, che superi l’oblio dello
Spirito Santo spesso riscontrato nella teologia. L’a. argomenta che una comprensione
della Trinità che non dimentichi lo Spirito Santo deve partire dalla prassi di
Gesù «determinata dallo Spirito» e dalla percezione dell’opera dello Spirito
nell’agire umano, ricollegandosi alle testimonianze bibliche dell’autorivelazione
divina. Questa rilettura pneumatologica mira a dimostrare la rilevanza pratica
della dottrina trinitaria per affrontare la «crisi di Dio» nel mondo
contemporaneo, concependola come teologia della fedeltà incondizionata di Dio
al mondo.
Per l’autore, i
due temi appena accennati – l’oblio dello Spirito e la crisi di Dio nell’era contemporanea
– sono strettamente associati. Da qui, lo scopo che si prefigge è quello di dimostrare
l’importanza costitutiva dello Spirito Santo nell’evento e nella comprensione
dell’autorivelazione divina.
Nella prospettiva
biblica, l’a. critica una comprensione puramente «logomonistica» dell’autocomunicazione
divina si impegna a ripensare «una cristologia non dimentica dello Spirito» perché
solo a partire da una tale cristologia sarà possibile una riformulazione
pneumatologica della dottrina della Trinità. Tale progetto è fondato
biblicamente giacché «la realtà storica di Gesù non si lascia comprendere solo
attraverso ciò che egli dice e fa, ma si lascia anche comprendere nella sua
direzionalità come determinata dallo Spirito di Dio». Per questo motivo, l’a. auspica
una «cristologia relazionale dello Spirito» che, attraverso una rilettura
pratico-pneumatologica della realtà storica di Gesù, possa superare il divario
tra affermazioni storiche e ontologiche.
I dati biblici
definiscono anche la prospettiva epistemologica, in modo tale che «la validità
dell’affermazione – centrale per la teologia trinitaria – che il Figlio è uno
nella sostanza con il Padre non può essere sostenuta indipendentemente dall’atto
dossologico della glorificazione dello Spirito – genitivo soggettivo e
oggettivo». In altri termini, l’a. manifesta la centralità dello Spirito nell’atto
di “dire” la fede in Gesù come Signore (1 Cor 12,3).
Oltre ai riferimenti
biblici, l’a. si rifà anche alla prospettiva di san Massimo il Confessore, il
quale con la sua espressione «umano in un modo divino» suggerisce una profonda
compenetrazione tra l’umanità e la divinità, resa possibile dall’azione dello
Spirito Santo. La capacità di «dire nello Spirito» e di riconoscere la verità è
intrinsecamente legata a questa partecipazione alla natura divina resa
possibile dallo Spirito Santo. La dimensione epistemologica non si limita
allora al sapere, ma a un’esperienza concreta dello Spirito nella vita ecclesiale
e individuale.
È soprattutto in
quest’ultima prospettiva che la presente opera di Böhnke si ricollega ai suoi
precedenti lavori sull’ecclesiologia pneumatologica e sulla pneumatologia
pratica (recensiti in passato su questo blog), nei quali aveva già esplorato il
significato fondamentale dello Spirito Santo nell’agire della Chiesa e nell’azione
umana. La presente opera si configura come un ulteriore sviluppo di queste
riflessioni, applicate specificamente alla dottrina trinitaria. È come se fosse
il “volet” teoretico e dogmatico della teologia pratica presentata
precedentemente.
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